"Nei primi Anni ’70 eravamo giovani, belli e molto stupidi, ora siamo solo stupidi"
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"Nei primi Anni ’70 eravamo giovani, belli e molto stupidi, ora siamo solo stupidi", sogghigna Mick Jagger sulla Croisette. Riascolti Exile on Main Street, la sua voce mai così determinata, e ti rendi conto che il rock è - era - quella roba lì;
e che nessuno di coloro che oggi si dicono rock, per quanto bravo e noto, vuole o cerca o è in grado di restituire il senso di vitalità, immediatezza e ricchissima semplicità che hanno fatto grande quella musica, nel momento in cui rappresentava autenticamente lo spirito del tempo. Nemmeno i Rolling Stones, del resto.
E non sarà un caso se, seguendo la moda del rilancio di vecchi dischi, il premiato marchio degli ora ultrasessantenni miliardari fighetti, incerto ancora se continuare o no un percorso di invenzione, sforna la ristampa di Exile, per molti la punta massima della loro produzione, e per destino baro invece uno dei meno acquistati, amati, perfino cantati. E viene a presentarla al Festival di Cannes in un delirio di fan.
Con Jagger in piena forma che si prende in giro: «Nixon alla Casa Bianca, la guerra in Vietnam, Eddy Merks al Tour de France, ma noi non sapevamo nulla di tutto questo, eravamo chiusi a fare questo album...
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