29 nov 2010

SOTTO IL SOPRA

GUARDA IN Sù * GUARDA IN GIù
Di solito sono invisibili, mimetizzati nell'asfalto.

Grazie ad un' azienda titolare della rete metropolitana a fibre ottiche (la più grande d'Europa dicono...) anche i tombini delle nostre città si prendono la loro rivincita.
A Milano, nell'elegantissima ed esclusivissima (...) via Montenapoleone, 20 tombini in ghisa si trasformano in vere opere d'arte, realizzate da 5 urban painter, provenienti dalle grandi capitali della public art e del graffitismo.

Shepard Fairey, NEW YORK;
è suo il celebre ritratto di Obama
http://obeygiant.com/headlines/obama

Space Invader, PARIGI;
propone i suoi famosissimi alieni “pixelati” ispirati al mitico video game anni ’70
http://www.space-invaders.com/

Rendo, MILANO;
grafici, astratti e tridimensionali, come elementi sospesi nello spazio

The London Police, LONDRA;
http://www.thelondonpolice.com/NewTLP/News.html
reinterpretato i loro giocosi “omini” tutti amore-pace-amicizia.

Flying Fortress, BERLINO.
http://www.bomit.com/flyingfortress.html
orsi che rimandano al simbolo di Berlino e i suoi “Teddy Troups”


Opere in mostra 24 ore, 7 giorni, 12 mensilità fino al dicembre 2011.

AZ-ZE-DI-NE A-LA-IA

HOW DO YOU SPELL AZEDINE ALAIA?



photographer: Bruce Webber
stylist: Joe McKenna
qvest magazine
nov.2008


23 nov 2010

LANVIN for H&M


♥♥♥


Milena, Sara, Michela, non si chiede l'età, imprenditrice, imprenditrice (parrucchiera), mamma,
in negozio dalle ore 9.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
M/S/M: no, ma guarda che noi siamo andate da H&M scusa!
MJJ: è il designer di Lanvin...
G:aaaah, intendevi lui...beh, lui è un genio.

Martina, 22 anni, studente di Lingue e Lett. Straniere, in negozio dalle ore 10.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
M: non ho idea di chi sia.
MJJ: è il designer di Lanvin...
G:ah, bhe, no...io lo conosco per H&M. Ha uno stile diverso dagli altri...non tutti si metterebbero i suoi vestiti.

Ivan, 26 anni, stylist tv, in negozio dalle ore 13.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
I: no scusa, non ho capito...chi?
MJJ: è il designer di Lanvin...
I: be, mi piace per i fiocchetti e il papillon.
Non ho comprato nulla...non è rimasto un c****a quest'ora!


Grace, 18 anni, studente di liceo (mamma sapeva dell'assenza a scuola, era con lei)
in negozio dalle ore 7.30.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
G: (scuote la testa).
MJJ: è il designer di Lanvin...
G: emmm, si, cioè, mi piace perchè è fresca e giovane nonostante l'high profile del marchio.
Ho comprato una giacca, un trench, una collana, una pochette e 2 rossetti.


Giulia e Beppe, 24 e 43 anni, studente e direttore di banca, in negozio dalle ore 10.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
B: perchè ha saputo rinnovare lo stile di Lanvin mantenendone le caratteristiche originali.
MJJ: (sorride)
B/G:Ci siamo divertiti, abbiamo acquistato quello che ci piaceva...e ci è piaciuta molto!
Divertente!

Gioia, 27 anni, studente in giurisprudenza, in negozio dalle ore 11.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
G: (guarda attonita l'amica)
MJJ: è il designer di Lanvin...
G: E' innovativa.

Gianmaria, 19 anni, studente, in negozio dalle ore 11 (già tardi).

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
G: chi?
MJJ: è il designer di Lanvin...
G:ah, ok. La collezione carina, la donna perchè l'uomo faceva pena. Io e mia madre prima le guardiamo in internet e poi decidiamo cosa acquistare! (ride).
Abbiamo preso 2 giacche, 1 camicia, il papillon e altre cose non di Lanvin.

Clarissa e Federica, 21 anni, studente Giurisprudenza in Bocconi, in negozio dalle ore 08.30.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
C/F: (silenzio)
MJJ: è il designer di Lanvin...
C/F: ah si certo scusa...è pazzesco, l'ho vista e l'ho adorata subito. Binomio pazzesco a questi prezzi!
Ho comprato una giacca, un blazer, un pellicciotto non di Lanvin e la pochette.

Chiara, 22 anni, studente, in negozio dalle ore 08.00.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
C: no, scusa...non ho capito?
MJJ: è il designer di Lanvin...
C: aaah...(ride) si scusa, mi piace per i colori che ha utilizzato, strano per l'inverno!
Ho preso la maglietta...be, a 30 euro!


Benedetto, 27 anni, studente di design d'interni, in negozio dalle ore 12.

MOI JE JOUE: perchè ti piace ALBER ELBAZ?
B: Scusa?
MJJ: è il designer di Lanvin...
B: aaah....non so, ho sentito di questa collaborazione e sono venuto a comprare qualcosa.



Ebbene si, anche il fatidico giorno, che si è fatto attendere fin troppo, è giunto al termine.
Generazioni di donne (e di fidanzati con liste premurosamente compilate dalle loro ragazze "troppo impegnate pure per far shopping") strette e compatte, a gruppi di dieci alla volta con un braccialetto identificativo, con il tempo per l'acquisto scandito e improrogabile,
si sono unite insieme oggi 23 novembre 2010 negli store H&M per il grande evento:
la collezione di Lanvin per H&M.
Così ho deciso di raccogliere le sensazioni, le emozioni e qualche informazione da chi stava facendo il conto alla rovescia da settimane...count down più atteso di quello di capodanno o, ancora meglio, "dei giorni che mancano alla fine della scuola".
Ebbene...
...temevo in questo genere di risposte.
Per la maggior parte dei "fashion victim" (o presunti tali) che ho incontrato oggi,
Alber Elbaz potrebbe essere anche un mio vecchio amico di famiglia, il postino francese trasferitosi in un paesino italiano, il fruttivendolo o il barista tanto cordiale del bar sotto casa.
...
No, il concetto non è il "non conoscere il designer di Lanvin".

Il problema, purtroppo, è molto più ampio e radicato in tutta la società.

Dov'è finita la curiosità?
Dov'è finito il gusto di sapere, di essere informati, di conoscere, di andare più a fondo,
di avere il proprio punto di vista?

Ovviamente escludo la possibilità che tutti si trasformino in enciclopedie parlanti o tuttologi saputelli...per carità.
Semplicemente...

Perchè non provare a ritrovare la curiosità e il desiderio di saper guardare oltre quello che ci viene fatto scorrere davanti agli occhi, ciò che ci viene proposto sugli schermi dei nostri laptop, alla tv, sui cartelloni pubblicitari, nelle pagine delle riviste, ecc ecc ecc....?

Non di tutto, non di ogni argomento...ma almeno delle cose che ci piacciono dovremmo imparare ad esserne ancora curiosi.



grazie anche a te, arechriscna!

22 nov 2010

R.I.P.


ombrello ☂ umbrella parapluie paraguas regenschirm


L'ombrello è un oggetto che serve a riparare l'uomo da eventi naturali indesiderati quali la pioggia, la neve,
la grandine o il sole troppo caldo.

Fino al Settecento l'ombrello è rimasto un oggetto in uso solo fra i nobili e le classi abbienti ed era portato da un servo come distintivo onorifico.
Per la pioggia si usavano mantelli e cappucci.


Solo nell'Ottocento si è iniziato a diffondere l'uso dell'ombrello per ripararsi dalle interperie metereologiche;


Oggi, nelle nostre città, al termine delle giornate di pioggia, se ne trovano di ogni fattezza, dimensione, fantasia, abbandonati vicino ai cestini, per le strade, nelle metropolitane; lasciati lì, a giacere ai nostri piedi nell'indifferenza collettiva.


La prossima volta che ne incontrerete uno,
ricordatevi che,
almeno una volta nella vita di ognuno di noi,
è stato importante e di grande aiuto.



:)




21 nov 2010

OMAGGIO ALL'ELEGANZA





In un mondo di esasperato culto delle apparenze c’è una preoccupante scarsità di eleganza. Si tende alla retorica, alla vanità, al narcisismo, all’esagerazione – al desiderio di “far colpo” a tutti i costi. Si vuole, troppo spesso, strafare e stradire. Non solo nell’abbigliamento (dove l’esibizione di nudità non è meno goffa e banalizzata delle vistosità nel vestire). Anche nel comportamento e nel modo di esprimersi.

L’eleganza non è appariscente. Non è un accumulo di orpelli e di esibizionismi. È stile, consapevolezza, misura. Un’equilibrata mescolanza di istintivo buon gusto e di scelte precise, di cura della sostanza e minuziosa attenzione a ogni dettaglio.

L’eleganza è cortesia. È rispetto per gli altri, attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito. Non un formale galateo, non un cerimoniale ipocrita, non un banale e passivo adeguarsi al convenzionale, ma un più profondo sentimento di civiltà.

L’eleganza non è mielosa e sdolcinata. Si può essere civili con sincera cortesia – o, quando è necessario, con misurata durezza.

L’eleganza non è falsa e bugiarda.

Non è una crosta di apparenze che nasconde l’ambiguità e l’inganno.

L’eleganza è sobria – e la sobrietà è elegante. L’una e l’altra sono piacevoli, gradevoli, confortanti.



C’è più fascino nella semplicità che in ogni sfacciata esibizione.

L’ironia è elegante, l’umorismo è gradevole, ma molta della comicità che ci circonda è grossolana, stupida, petulante e volgare (per non parlare dell’involontaria ridicolaggine di chi si prende troppo sul serio).

La sobrietà non è sacrificio, rinuncia, pauperismo. È la capacità di scegliere ciò che serve (anche da un punto di vista estetico) e ciò che invece non solo è inutile, ma spesso è ingombrante e fastidioso.

L’eleganza è saper sorridere, anche ridere, quando ce n’è un motivo – ma non perdersi in salamelecchi noiosi, ambigui e irritanti.

Una cosa scritta bene è elegante. Non solo quando è un’opera letteraria. Anche un biglietto del tram o un segnale stradale possono essere eleganti quando sono ben fatti, funzionali ed esteticamente gradevoli. Ogni piccolo dettaglio ben curato per la sua utilità e presentato in modo elegante può contribuire a rendere più gradevole l’ambiente in cui viviamo.



C’è chi pensa che l’eleganza sia un dono, un talento innato. In parte può essere vero. Ci sono persone che sanno muoversi, esprimersi, comunicare meglio di altre. Ma nessuno è condannato a essere volgare, ingombrante e fastidioso. E nessuno si può fidare solo dell’istinto. L’eleganza, la semplicità, la sobrietà sono arti che possiamo apprendere e coltivare. E vale la pena di farlo. Non solo per renderci più gradevoli agli altri, ma anche per sentirci meglio con noi stessi.

Stiamo vivendo in un’epoca che offre troppo spazio alla volgarità, all’esagerazione, all’ineleganza, al culto sviscerato e stupido delle apparenze. Il mito esagerato dell’abbondanza non è solo il rischio di soffrire quando se ne incontrano gli inevitabili limiti (chi potrebbe vivere bene con cinque vestiti soffre se ne ha venti, ma ne vorrebbe cinquanta – e lo stesso concetto si può applicare a qualsiasi altra cosa, materiale o immateriale). È anche la quotidiana sofferenza di dover cercare, subire, avere, esibire, vedere, toccare, maneggiare (e fingere di ammirare) un’infinità di ammenicoli e di ingombri fastidiosi quanto inutili.

Con una giusta dose di sobrietà, e un piacevole tocco di eleganza, possiamo non solo semplificarci la vita, ma anche renderla molto più gradevole (a noi e agli altri).

Si tratta anche, ovviamente, del modo di esprimersi. Proviamo, quando parliamo o scriviamo, a evitare i manierismi e le frasi fatte. A usare qualche parola in meno. A trovare un’espressione chiara al posto di un termine gergale o inutilmente astruso. A cercare una costruzione semplice, pulita ed efficace. Saremo più sobri e più eleganti. E avremo molte più probabilità di essere ascoltati e capiti.

17 nov 2010

MILLE E UN ALBERO DI MORE. MANIPOLAZIONE ARTISTICA







Tutto è paesaggio:
alberi,fiumi,lagune,prati,colline,nubi e città.
E nella mia mente è sogno, simbolo, luogo ideale, racconto fedele della realtà.
Ma nell'arte, nella poesia, il paesaggio non è un riflesso della realtà.
E' l'uomo, la proiezione della sua natura profonda??!
Incontro con un albero.


10 nov 2010

FOR KING AND COUNTRY

VOGUE.AMERICAN.VOGUE
november 010




stylist: grace coddington
photographer: david sims